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Racconto degli amanti

Ecco il secondo dei racconti che ho deciso di postare qui ( cliccando sull'immagine si viene indirizzati al link per acquistare il libro)

"C'era una volta (e si dice ci sia ancora) il mondo degli amanti; non esiste però una mappa che indichi di preciso dove esso sia e così molti credono di viverci o di esserci passati un giorno per caso o nel loro ultimo viaggio, in realtà, resta di fatto un luogo sconosciuto ai più, impervio per molti e faticoso per tanti. La caratteristica di questo luogo è che chi ci vive ama, si appassiona: chi ama la musica, chi il vino, chi il denaro, chi le automobili, chi si appassiona a tante cose. Alcuni poi (i meno equilibrati) si amano tra loro, taluni senza riuscirci però, così che vagano come anime in pena cercando di rubare le passioni e gli amanti altrui; altri poi, addirittura, sono così convinti che debba esistere il vero amore che errano solinghi finchè non incontrano qualcuno, lo guardano bene, lo abbracciano ma poi subito si fan venire il dubbio che non sia il vero amore e scappano via. Ci sono poi gli amanti che amano solo con il corpo, costoro son guardati con sdegno dagli amanti dell'amore vero (e in fin dei conti anche i primi fanno volentieri a meno di incontrare questi ultimi). Gli amanti che amano con il corpo non sanno proprio fare a meno di perdersi tra le braccia di qualcuno, che sia per un notte o per un giorno. Che disastro quando amanti dell'amore e del corpo si incontrano! Giudizi infuocati rimbobano in cielo come tuoni minacciosi e parole d'accusa si librano in aria divenendo taglienti come lame di una katana in un duello in cui però l'onore resta in mano a chi se lo riconosce.

Il saggio del mondo degli amanti ha comunque rivelato, a quei pochi che hanno dimostrato di saper gustare l'amore e la passione senza perdere di vista se stessi, che non importa quale sia la passione e il tipo di amore che vivi, se c'è una passione la riconosci e impari a non farne a meno, se c'è amore può anche darsi che tu non lo riconosca ma in qualche modo senza che tu te ne accorga si crea un legame. Tanti sono perciò gli amanti e le passioni di cui potremmo star qui a raccontare ma per ora narreremo solo di un pittore in uno studio vicino al mare, di un bambino e di alcune coppie di amanti.

Nel villaggio delle passioni avvenne un giorno che due amanti, dipinti da un pittore nel suo quadro, nel dubbio che la loro vita potesse essere migliore fuori da quella scena prestabilita disobbedirono al loro creatore e così fuggirono via dal quadro. Ma com'è possibile direte voi? In effetti la storia è un po' più complessa. C'è da dire che il pittore aveva una malsana e sfrenata passione per la pittura e così, chiuso nel suo studio era solito immaginare storie, personaggi e, pennellata dopo pennellata, questi iniziavano a prender forma. In un certo periodo però il pittore si fece così tanto prender la mano dalla sua passione che non volle più vedere nessuno. Si rinchiuse nel suo studio e in tal modo cominciò a fantasticare ancora di più: immaginava la vita di quei personaggi, i loro dialoghi e pian piano gli amanti (sì perchè soprattutto amanti dipingeva) presero vita. Il nostro era incredulo ma felice, li sentiva parlare, ridere e si ritrovava a sorridere nel considerare che mai avrebbe creduto di poter dar vita a qualcuno. Un dubbio però ben presto lo assalì: e se oramai vivi, i suoi personaggi, le sue creature, avessero desiderato uscire dal quadro? D'altronde aveva immaginato per loro vite da ribelli. Ebbe paura e subito iniziò a pensare diverse strategie per bloccarli nel quadro, doveva assicurarsi di tenerli lì. Ma, ahimè, le paure a volte, se le assecondiamo, se ci soffermiamo troppo a guardarle ci mettono poco a prender forma. E infatti, un giorno, un bambino dipinto nel quadro "Giocare che passione" provò a metter una mano fuori dal quadro e cercò di scavalcarne la cornice; il pittore non si fece prendere alla sprovvista (tutto assorto nelle sue paure era infatti rimasto giorno e notte a vigilare su tutti i suoi quadri) così che buttò prontamente altra vernice sopra al bambino bloccandolo nella sua scena, ripetendo la stessa operazione con gli altri personaggi degli altri quadri che tentavano di imitare il bambino. Ma gli amanti, sì, soprattutto loro, fremevano... volevano andar via, non avevano nulla contro il loro creatore, solo che, oramai, vivi, erano curiosi, volevano vedere al di là del quadro. Il pittore continuava ad appesantirli e a deformarli con la pittura appena tentavano di muoversi ma uno degli amanti ad un certo punto ebbe un'idea: "Dobbiamo fuggire quando la vernice è fresca... noi restiamo immobili quando lui ce la getta addosso accettando il suo volere, invece è proprio mentre cerca di imporcelo che dobbiamo scappare". L'uomo dipinto passò parola alla sua amante e pian piano a tutti gli altri; il pittore sentiva il vocio dei suoi personaggi crescere ma non era in grado di comprenderlo, perchè la paura e il senso di possesso gli avevano annebbiato la vista, abbassato l'udito, insomma, confuso i sensi. E così non appena il bambino dipinto riprovò a metter mano fuori, il pittore nuovamente gli gettò pittura addosso ma il bimbo stavolta saltò fuori rapidamente e arrivato sul pavimento si girò sorridente ad incitare gli altri che subito, uno dopo l'altro, lo seguirono. Il pittore schizzandogli colore addosso, urlava, li implorava: "No fermi, fermi" ma i loro dubbi si erano oramai trasformati nella certezza di non voler vivere in un quadro e così saltarono tutti fuori, atterrarono sul pavimento dove come per magia assunsero dimensioni reali e lasciarono il pittore in lacrime, seduto a terra, correndo allegramente fuori dal suo studio. Non appena fuori il bambino, avvistata un'altalena, ci si lanciò sopra; i due amanti ribelli iniziarono a correre verso il mare proprio alle spalle dello studio del pittore; un'altra coppia iniziò a danzare e cantare, altri due amanti si guardarono, si sorrisero e si diressero verso un banco di un ambulante dove comprarono delle bolle di sapone e iniziarono subito a farle volare in aria... sempre più grandi, sempre più grandi... Dopo averne creata una enorme vi saltarono dentro; l'enorme bolla, tenuta assieme solo dal volere degli amanti, come per magia non scoppiò e i due iniziarono così a volteggiare in aria, stretti l'uno all'altra, amandosi, recitando versi di poesie e sorridendo, tutto dentro la bolla; non avendo mai toccato terra e avendo sempre vissuto in un quadro dove erano sospesi in aria, appena usciti dal quadro si erano sentiti un po' distratti dalla realtà, impauriti; inoltre temevano che fuori dal quadro, fuori dal solito disegno, sarebbe stato sin troppo semplice perdersi, meglio restare molto vicini, leggeri e assieme, lontano dalla realtà facendo solo attenzione a non far scoppiare la loro bolla. Anche altri due amanti fuori dal quadro si ritrovarono un po' in difficoltà; il pittore aveva dipinto solo le figure ma non aveva immaginato una storia precisa per loro e i due non sapevano perciò cosa fosse l'amore, anzi ne erano spaventati pur immaginando che tra loro doveva essercene. Mentre si guardavano intorno titubanti, scorsero poco distante un muro, un vecchio muro cadente che a tratti si interrompeva. Senza neppure dirselo si posizionarano l'una da una parte e l'altro dall'altra. Ecco ora, separati da quel muro, entrambi si sentivano come protetti. Iniziarono così uno strano gioco, nel quale ognuno correva da solo lungo la propria parte di muro, poi, ogni volta che il muro si interrompeva si guardavano, si sorridevano, si baciavano; all'improvviso però, dopo un po' tornava a farsi sentire la paura e così correvano dietro al muro e ricominciavano. Passò così qualche ora in cui il bambino, gli amanti della bolla e del muro, quelli corsi vicino al mare e gli altri che avevano solo girato in tondo lì vicino allo studio del pittore, rimasero a ripetere sempre gli stessi comportamenti, senza sapere bene cosa fare. C'è da dire, infatti, che questo gruppo di personaggi che il pittore aveva immaginato come ribelli, senza un effettivo bisogno di ribellarsi iniziavano a sentirsi un po' persi, era strano dover cominciare a vivere liberi. Il nostro pittore, che intanto aveva smesso di urlare dal dolore e di piangere, era ora in preda alla rabbia! Di colpo uscì fuori dal suo studio, si diresse verso il mare con un secchio di colore e lo gettò furiosamente addosso agli amanti ribelli, poi raggiunse il bambino e lo costrinse a scendere dall'altalena, bucò la bolla degli amanti, con un palo trovato lì per terra iniziò ad abbattere il traballante muro dietro cui continuavano a rifugiarsi gli altri due amanti. E infine, sentendo la sua rabbia scemare guardò il cielo, il mare e, più calmo, iniziò ad osservare in lacrime le sue creature. Il bambino era rimasto lì a terra, vicino all'altalena ma sorrideva e aspettava; i due ribelli, senza sapere a cosa ribellarsi di preciso, si erano come pacati e seduti su una panchina, chiacchieravano si tenevano per mano (sapevano oramai di essere liberi, non si sentivano minacciati dalla rabbia del pittore); gli amanti della bolla erano lì che, fuori dalla loro bolla, si guardavano come due estranei e quelli del muro per la troppa paura addirittura erano fuggiti via, in direzioni opposte. Fu così che per il pittore, che osservava quella scena, dopo la rabbia venne lo sconforto: non erano più le sue creature, i suoi personaggi e lo scenario, lo scenario... non era quello immaginato e dipinto da lui! Per la prima volta fu attraversato da un senso di estraneità verso i suoi personaggi, sentì di aver perso per sempre il senso di controllo, di possesso. La tentazione fu pertanto, di costringere i suoi personaggi a seguirlo nel suo studio, a rientrare nei suoi quadri ma non era possibile; ragionando su questo comprese anche che già una volta aveva sbagliato ad assecondare troppo la sua fantasia, ad obbedire alle sue paure, a esercitare il suo controllo ad ogni costo. Dopo qualche minuto di dubbio, decise allora che stavolta doveva ascoltare l'amore, se aveva dato vita a quelle creature non poteva far loro del male e obbligarle a rinchiudersi in un suo quadro; sì, doveva, stavolta, disobbedire al suo senso di possesso e alle sue paure. Si sentì solo, immensamente solo, per la prima volta si era davvero dovuto confrontare con la sua realtà, con le sue mancanze... ma fu solo allora che comprese davvero cosa fare: tornò nel suo studio e iniziò a dipingere, non più amanti e bambini, bensì l'assenza e la solitudine. Ed è così, si narra, che il villaggio degli amanti e delle passioni ad un certo punto si popolò di quadri di assenza e solitudine; fu così che, in seguito a questi fatti, un bambino e degli amanti decisero nei giorni di cui abbiamo narrato di lasciare il villaggio (dove rimasero altri amanti ed altre passioni) ed iniziarono a girare il mondo cercando di raccontare a modo loro ciò che almeno a loro aveva dato vita: l' amore, il dubbio e la disobbedienza. Si narra anche che il pittore, che solo grazie alla disobbedienza dei suoi personaggi aveva compreso cosa dovesse dipingere, proprio grazie a quei quadri sia divenuto famoso; pare infine che uno degli amanti del muro, sia solito tornare al villaggio, dove gli abitanti cercano di rimettere in piedi quel vecchio muro cadente. Egli però, si vocifera, torna spesso ad accertarsi che ci sia sempre qualche interruzione nel muro e se queste non gli appaiono abbastanza ampie inizia a togliere pietre per ampliarle. Non si può esserne certi, dovremo restare nel dubbio ma il saggio del mondo dell'amore sostiene che questo sia il suo messaggio d'amore per l'amata da cui si separò un giorno prendendo la direzione opposta. Non ci è dato sapere altro, l'unico dettaglio misterioso e amorevole che ci è concesso sapere al termine del racconto è che un giorno su quel muro è apparsa una scritta e che ogni volta che questa scritta sta per cancellarsi, nottetempo viene invece rinvigorita dalla mano di qualcuno. Alcuni sostengono che l'artefice della scritta sia il pittore, che sentendosi in colpa della separazione dei due amanti, cerca di dare una speranza d'amore al povero amante; altri dicono che sia la donna che torna, torna sempre, di notte, vicino a quel muro su cui, proprio per il suo amante ha scritto un vecchio proverbio cinese, per dimostrargli che lo pensa e che sente fortissima la sua mancanza. Insomma, dobbiamo rimaner nel dubbio e poi il saggio del mondo degli amanti sostiene che questa sia proprio un'altra storia, una storia di amore e di lontananza, di incontro e di distanza. Accontentiamoci di sapere che nel villaggio degli amori e delle passioni, i cui abitanti sono oramai sparsi in ogni dove, vive un anziano e famoso pittore, unico testimone di come le cose un giorno son cambiate a causa dell'amore, del dubbio e della disobbedienza; e teniamo a mente che proprio in questo villaggio c'è anche un muro nato per separare ma poi divenuto luogo di incontro e di desiderio che grazie ad una scritta ricorda a tutti noi quanto il giorno possa risultare interminabile senza amore: 'Un giorno tre autunni' ".

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