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La recensione di "Uno zombie d'altri tempi" scritta da una donna in divenire:Laura Sal


E' con piacere che pubblico qui la recensione al mio romanzo "Uno zombie d'alltri tempi" di Laura Salvatori, una persona che io vi avrei presentato in maniera articolata, descrivendola con tratti netti e molteplici ma che, quando ho chiesto a lei come volesse essere presentata, mi ha dato una risposta molto più concisa. Ecco a voi la recensione di Laura, una donna che fa, fiera di farlo, l'operaia, una donna che è in continuo divenire...

"Un turbinio di volti, sentimenti, sensazioni, odori. Vite dosate non a caso dal caso e impastate tra loro a far nascere quel pane fragrante che ha la capacità di farti sentire a casa in una casa che non hai mai visto, in una città che emerge - nel vissuto quotidiano dei più - solo dalle cronache dei Tg. S'assapora Taranto e la sua voglia di riscatto; appare chiara la sua bellezza decadente, nascosta tra nebbie tossiche, colma di anime tormentate, ribelli e sentimentali che vivificano scorci di mare salato mischiato a vento forte e odore di muffa. Il fil rouge forse é questo: l'anima della città che si compone, come puzzle, di pezzetti dell'anima della sua gente. Qualcuno dei protagonisti non sa ancora chi sia e cerca se stesso; qualcuno cerca "altri" per sentirsi parte di un progetto, per credere ancora nel proprio futuro; qualcun altro cerca solo di sopravvivere alle onde di un mare in tempesta. E Taranto, fiera del suo passato, cerca rinascita, forza e slancio per il futuro, rimanendo ancorata al sapore di cose buone, di vicoli stretti, di gente che parla una lingua mozzata, veloce e gutturale. Muove un passo la città verso il nuovo, muove un passo Marco - voce narrante - verso se stesso, il perdono dei propri sbagli e verso la vita. La sfida piú difficile, ci insegnano entrambe in queste righe, è con se stessi: é nel rispetto della propria vita, é nel non rinchiudersi nel proprio mondo per paura del mondo-altro o dei propri limiti, errori, debolezze. Giocando coi ruoli, col dentro-fuori realtà, sogno, film, ogni personaggio cerca sé e uno spazio per sé nel fermento del mondo e delle vite altrui. Marco ritrova sé e quello che vede non gli piace, Marco ritrova sé grazie agli altri e negli occhi degli altri vede indulgenza, perdono ed empatia...ed é capace di perdonare sé e di donarsi. Marco mette in gioco tutto ed esce dal suo corpo di zombie, dalla vita immobile, da una gabbia nella quale si é rinchiuso da solo. E finalmente la vita torna ad emozionarlo mentre lui, bimbo che muove i primi passi incerti, scopre l' amore per sé e per gli altri...e ci dona speranza."

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