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Break the wall


Tanti i muri innalzati e quelli abbattuti, troppi quelli che hanno diviso e che ancora dividono, molti quelli che hanno difeso o che son crollati, innumerevoli quelli che hanno definito un territorio e restano ancora in piedi a ricordare ciò che era allora e non c'è più; muri, muri e muri innalzati e abbattuti dalla mano dell'uomo, del tempo o della terra arrabbiata. I muri ricordano ciò che è stato costruito e ciò che è stato distrutto, a volte sotterrato; è sempre successo, sta succedendo e succederà. Eppure a prendersi beffa dei muri, quasi sempre piccolo e prepotente e poi, pian piano, forte e importante, spunta un piccolo ramoscello, un fiore, una radice di speranza che si insinua attraverso il terreno e attraverso il cemento come a ricordare che un muro non fermerà la vita e tantomeno la storia dei popoli. Muri, barriere che si innalzano nella nostra mente, nelle nostre vite e nei nostri spazi territoriali, a volte servono per sentirsi meno fragili, altre volte sono solo il segno di una patologia narcisistica che traspone la sua arroganza sul territorio, come a marcarlo, affermandone la proprietà e Madre Natura non ci sta: il mondo è solo suo ed è per questo che il mondo è di tutti. Ed è per questo, con le sue armi verdi e pacifiche, che Madre Natura di terra in terra, di muro in muro, sembra gridare con forza, dolore e amore, perchè possiamo ascoltarla finchè siamo in tempo: "Break the wall! ".

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